Le GLAT 2016 nait de la volonté de faciliter le développement de réflexions et de recherches linguistiques sur les rapports qui lient la médiation et le dialogue interculturel. Le colloque s’inscrivant dans un cadre interdisciplinaire et pluridisciplinaire, les organisateurs souhaitent accueillir des propositions d’études sur les diverses situations et pratiques de médiation - « concept fédérateur, susceptible de regrouper les pratiques professionnelles et pédagogiques des différents métiers de la communication », pour reprendre les propos de John Humbley, et aussi comme un concept représentant un « processus de communication éthique », au sens de Michèle Guillaume-Hofnung - où les enjeux linguistiques (et en même temps culturels, interculturels et sociaux) demeurent au centre de la réflexion.

Argomento

Il Convegno GLAT 2016 nasce dall’incontro di due esperienze di ricerca: da un lato, l’esperienza patavina sui discorsi di mediazione e sulle varie ricadute di un approccio linguistico della e alla mediazione; dall’altro, l’esperienza di Brest sull’adeguamento alle diversità secondo un approccio interdisciplinare e interculturale. L’esperienza patavina si basa su una serie di studi realizzati nell’ambito di un progetto di ricerca di ateneo “Il discorso della mediazione fra terminologia e traduzione”, nonché su quattro convegni internazionali tenutisi presso l’Università degli Studi di Padova sotto la responsabilità scientifica del Prof. Michele De Gioia (Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali). L’esperienza di Brest si è dapprima svolta nel campo della terminologia per allargarsi in seguito a ricerche in materia di interculturalità, linguistica, didattica, ontologia informatica e traduttologia, dando luogo a quindici convegni internazionali, posti prima sotto la guida del Prof. José Manuel Abreu, fondatore delGroupe de Linguistique Appliquée des Télécommunications (GLAT), e attualmente sotto la responsabilità scientifica delle Prof.sse Alison Gourvès-Hayward e Cathy Sablé (Département Langues et Culture internationale – Télécom Bretagne).

Le due esperienze hanno avuto modo di incontrarsi in occasione di due convegni internazionali sulla mediazione. Dall’incontro è nato un comune progetto di collaborazione scientifica che comporta, in primis, l’organizzazione a Padova del prossimo Convegno GLAT 2016. La novità del progetto e del Convegno risiede nella comune intenzione di promuovere riflessioni e ricerche linguistiche, in francese e altre lingue, sulle relazioni esistenti fra la mediazione e il dialogo interculturale.

La mediazione difatti può essere intesa, per riferirci a quanto esposto da John Humbley, come un “concetto unificante, in grado potenzialmente di riunire prassi lavorative e pedagogiche di diverse professioni della comunicazione”. La mediazione può essere altresì intesa come un concetto che rinvia a un “processo di comunicazione etica”, così come illustrato da Michèle Guillaume-Hofnung. Per il tramite dunque della mediazione, diventa possibile riunire prassi lavorative e professioni insieme ad attività sociali e relazioni umane.

Al giorno d’oggi, la mediazione acquisisce un’importanza crescente in società eterogenee, dove divergenze tra punti di vista, visioni, bisogni e interessi tra gruppi minoritari e maggioritari, come per esempio tra immigrati e autoctoni, rappresentano scenari sempre più ricorrenti. Le istituzioni non sono sempre in grado di dare risposte rapide a situazioni quotidiane di incomprensione e di rifiuto dell’alterità (linguistica, fisica, psichica, sessuale e sociale), di degrado, di violenza urbana e d’estremismo.

La mediazione si rivela quindi strumento di intervento tra i più immediati e adatti. In quanto imperniata sulla volontà e sulla fiducia delle persone che se ne avvalgono, l’azione di mediazione di diverse figure (mediatore civico, culturale, di quartiere, di strada, mediatore in sedi istituzionali o giuridiche, linguistico, scolastico, sociale ecc.) e di diversi facilitatori della comunicazione (assistenti sociali, ricercatori, insegnanti, psicologi, moderatori di forum o di gruppi d’interesse specifico, online oppure offline ecc.) favorisce l’esplicitazione del non detto e dell’implicito, attiva l’ascolto e il dialogo con l’altro.

In questo processo di comunicazione, è indubbia l’importanza ricoperta dalle lingue, soprattutto la chiarezza delle parole in tutti i sensi: riformulazioni, spiegazioni, esplicitazioni, definizioni, ma anche la capacità di porre un freno a quei soggetti che rischiano di ostacolare la comunicazione. A questa chiarezza della parola, si affianca la consapevolezza delle peculiarità proprie alle interazioni conversazionali in situazione di mediazione. Affinché vi sia mediazione, mediatore e persone interessate devono quindi intendersi sulle parole. Queste persone devono inoltre essere in grado di riconoscere il mediatore come terzo rispetto al loro modo di intendere il mondo e le cose. In tale ottica, il mediatore è dunque chiamato a imparare che alcune parole rivelano valori personali e che l’una o l’altra formulazione hanno e danno la possibilità di placare gli animi e rafforzare la fiducia nella sua figura. È pertanto necessario che il mediatore disponga di una formazione che gli permetta di padroneggiare sia i principi teorici della mediazione, sia le interazioni linguistiche specifiche alle plurali situazioni di mediazione.

Il Convegno intende così iscriversi nell’ambito dell’interdisciplinarità e della pluridisciplinarità. Gli organizzatori del Convegno auspicano la presentazione di proposte di studi che vertano su diverse situazioni e pratiche di mediazione in cui le problematiche linguistiche (e al contempo culturali, interculturali e sociali) costituiscano l’elemento cardine della riflessione. Gli organizzatori invitano inoltre a presentare analisi teoriche critiche che vertano sui concetti e sui termini mediazione, cultura, dialogo einterculturalità.

Esempi di proposte

Le comunicazioni approfondiranno quindi i rapporti esistenti tra mediazione e dialogo interculturale. Le proposte potranno, ad esempio:

• presentare una riflessione sulle relazioni teoriche e pratiche tra diritto, mediazione e dialogo interculturale;
• identificare e analizzare gli elementi filosofici ed epistemologici che permettono di arrivare a una definizione dellamediazione e al riconoscimento delle fasi che caratterizzano tale processo all’interno di una o diverse pratiche di mediazione;
• prendere in esame un caso concreto di situazione di mediazione in cui la questione principale sia rappresentata dalla creazione o dal ripristino del dialogo interculturale;
• descrivere un’analisi conversazionale che verta su situazioni di mediazione precise e su dati autentici;
• trattare studi lessicali e terminologici ben circoscritti e basati su dati autentici;
• illustrare uno studio sociolinguistico sul plurilinguismo e sulla rappresentazione della lingua e dell’alterità con riferimento al concetto di mediazione e/o a situazioni reali di mediazione;
• introdurre un approccio e/o una proposta didattica volta alla formazione tanto alla mediazione e ai suoi principi quanto al dialogo interculturale (formazione mirata, per obiettivi specifici);
• proporre un approccio e/o un’esperienza e/o una strategia didattica mirata alla mediazione (considerando diverse popolazioni di studenti, l’interdisciplinarità, l’approccio per competenze, le lingue in altri insegnamenti disciplinari, la didattica delle lingue, l’utilizzo di diversi strumenti per la didattica);
• studiare la comparsa di nuove figure e pratiche linguistiche di mediazione che agevolano il dialogo su social network e, più in generale, sul Web;
• riflettere sul rapporto tra mediazione e tecnologie dell’informazione considerato che la società odierna tendente alla digitalizzazione massiva muta anche le pratiche, le tradizioni, i mezzi e le leggi, con delle connotazioni riconducibili alla moderna techné;
• presentare un progetto di ricerca (in corso o concluso) che verte sui legami tra mediazione in quanto processo di comunicazione (etica) e il dialogo interculturale, in particolare insistendo sulle particolarità metodologiche e le ricadute conseguenti (previste o effettivamente concretizzatesi).

Il Convegno si articolerà in più sessioni dove esperti di linguistica, didattica, interculturalità, mediazione e diritto prediligeranno un’attenzione alla lingua per lo studio del dialogo interculturale a cui contribuiscono, ciascuno a suo modo, diverse figure, forme e parole di mediazione.

Modalità di presentazione

Un abstract di 2 pagine in formato A4 o Lettera (.doc o .pdf) redatto in francese o in inglese deve essere inviato a: Cathy Sablé (catherine.sable@telecom-bretagne.eu) entro lunedì 15 febbraio 2016.

Comunicazione della decisione del comitato scientifico

Le decisioni del comitato scientifico saranno comunicate ai partecipanti entro il 15 marzo 2016.

Lingue del convegno

Le lingue del convegno saranno il francese, l’inglese, l’italiano, il portoghese, lo spagnolo e il tedesco.

Le presentazioni animate (PowerPoint o altro) sono da preparare in una lingua diversa da quella scelta per la presentazione orale in modo da facilitare la comprensione dei partecipanti al convegno.

Redazione articoli

La versione definitiva degli articoli è attesa per il 15 giugno 2015.

Un template sarà messo a disposizione sul sito.

Comitato scientifico

Responsabili scientifici: Michele De Gioia (Università degli Studi di Padova), Cathy Sablé (Télécom Bretagne)

• Madalena Contente (Universidade Nova de Lisboa)
• Jean-Marc Delagneau (Université du Havre)
• Vera Dickman (Télécom ParisTech)
• Rosa Estopà Bagot (Universitat Pompeu Fabra)
• Enrica Galazzi (Università Cattolica del Sacro Cuore)
• Alison Gourvès-Hayward (Responsabile dei convegni GLAT – Télécom Bretagne)
• Michèle Guillaume-Hofnung (Université Paris-Sud 11 & Université Paris 2 Panthéon-Assas)
• John Humbley (Université Paris 7 Paris-Diderot)
• Aimee Johansen (Télécom Bretagne)
• Mario Marcon (ATILF - UMR 7118 CNRS/Université de Lorraine, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Udine)
• Ioannis Kanellos (Télécom Bretagne)
• Christophe Morace (ENSTA Bretagne)

Comitato organizzativo

Alison Gourvès-Hayward (Responsabile dei convegni GLAT – Télécom Bretagne)

• Mary Daley (Télécom Bretagne)
• Michele De Gioia (Università degli Studi di Padova)
• Aimee Johansen (Télécom Bretagne)
• Karine Langlet (Télécom Bretagne)
• Mario Marcon (ATILF - UMR 7118 CNRS/Université de Lorraine, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Udine)
• Cathy Sablé (Télécom Bretagne)